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Non Succede ma se succede (Lecce-Juve)

visioni
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3 presenze 50 minuti, arrotondando per eccesso.
Questo il ruolino 22-23, a ieri, venerdì 28 Ottobre, del diamante grezzo di casa Juve, Nicolò Fagioli 44.
Ma facciamo un passo indietro.
Questo pomeriggio il direttore del blog, in piena emergenza, mi affida l’articolo di Lecce Juve.
È un bel problema, penso.
Sono l’esperto di mercato, ho una formazione spiccatamente bombarola.
Cosa mi invento? Cosa potrò mai scrivere?

Affidarsi al campo non aiuta. La confusione totale, meglio lo stato materico successivo, il niente, equivalgono ad afferrare un salvagente bucato in piena mareggiata.
Mi affido ad un grande classico: non vedere le cose per come sono, ma per come siamo. E quindi mi chiedo cosa debba succedere ancora prima di vedere Montero sulla panchina della Juve. Quanto i tifosi debbano ancora soffrire, perché è pur vero che cambiare non è la soluzione, ma è anche vero che Allegri sta facendo peggio di Sarri, peggio di Pirlo e peggio di se stesso in versione minestra riscaldata 1.0.

Terminano i primi 45 e l’unica parola che mi giunge alla mente è mediocrità. Ma la Juve non è mai stata mediocre, in vita sua. Nemmeno quella dei settimi posti. C’era un’anima. Operaia. O derelitta. Non importa. Ma un barlume c’era. E quel barlume fa la sua apparizione alle 18.50, minuto più minuto meno, a via del mare, 73100 Lecce. Entra, inspiegabilmente, il numero 44. Al minuto 73, come si dice oggi, si materializza dal multiverso bianconero la perla, è sotto gli occhi di tutti.
Non succede, ma se dovesse succedere è lui. È Boniperti. È del Piero. È, ci avanzerebbe, Marchisio. È la nostra totale estraneità al concetto di mediocre. Che serva di lezione a tutti. Timoniere per primo.


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