Attorno all’80’, con il Siviglia che conduce per 1 a 0 penso che stia prendendo forma una nuova specializzazione di questa squadra: l’uscita in semifinale. Prima con una formazione sbagliata e una prestazione pessima contro l’Inter in Coppa Italia. Adesso replicando la stessa formula in Europa League.
Contro una squadra che è tredicesima nel suo campionato e che sembra non più che discreta partiamo bene. Dopo 20 minuti di spinta una palla persa nella loro area genera un contropiede che, pur essendo posizionati discretamente, non riusciamo a disinnescare. 0-1.
La reazione è inesistente. Dormiamo fino alla fine del primo tempo e per buona parte del secondo. Sembriamo incapaci di una qualsiasi reazione, idea, automatismo di gioco. Stanchi, lenti e prevedibili. Saranno i postumi della partita con l’Atalanta?
Poi i cambi, la formazione che sembra avvicinarsi a quella che sarebbe dovuta essere la squadra titolare, gli spagnoli che si chiudono sempre di più, noi che spingiamo.
All’85’ un difensore in area di rigore del Siviglia prova a staccare uno stinco a Rabiot (a fine partita il francese mostra i tre buchi sanguinanti a causa dei tacchetti dell’avversario). Tuttavia arbitro e VAR decidono che è un semplice e gioioso contrasto non meritevole di punizione.
La Juve da anni, sportivamente, non commenta l’operato degli arbitri ma qualche volta occorrerebbe sbattere i pugni sul tavolo perché dopo aver subito punizioni sproporzionate per falli ridicoli è davvero inaccettabile rispettare una decisione così.

La caparbietà e la classe di uomini come Chiesa, Pogbà, Iling Jr (gente da cui ripartire nella prossima stagione) fa crescere sempre più la pressione eppure non basta. Proprio quando tutto sembra perduto arriva, a tempo ormai scaduto, il calcio d’angolo della disperazione. Palla sul secondo palo, colpo di testa di Pogbà verso il palo opposto a tagliar fuori portiere e difesa avversaria, testa di Gatti: 1-1.
Al ritorno sarà complicatissima, quantomeno non partiremo con l’handicap.

Promossi
Gatti: da applaudire, inevitabilmente. Dopo il gol della vittoria nella partita di andata contro lo Sporting e le ultime buona prestazioni in difesa è sempre più evidente che il posto da titolare debba essere suo. Sopratutto per il carattere che ci manca come l’aria.
Pogba: entra e dopo una manciata di palloni toccati capisci che con lui a tempo pieno la Juve sarebbe davvero un’altra cosa. A tempo scaduto s’inerpica a prendere una palla che sembrava persa mettendola in testa al nostro numero 15.
Rabiot: cuce la squadra ogni volta che serve. Si procura un rigore (non fischiato).
Bocciati
Di Maria: partita sbiadita, da qualche parte la classe c’è sempre ma prova a tirarla fuori nel momento e nel modo sbagliato.
Bonucci: nell’occasione del gol non si sa dove cazzo sia finito. Sarà stata la voglia di spaccare tutto, visto il basso minutaggio in stagione, ma ha spaccato solo il nostro equilibrio tattico.
Vlahovic: quando, a inizio partita, colpisce male una palla deliziosa di Kostic che andava solo spinta dentro gli indizi che non sia il giocatore che ci serve sono evidenti.
Alex Sandro: non so se faccia più male vederlo giocare in questo modo o sapere che lo terremo ancora un altro anno, strapagandolo.
Miretti: se lui non gioca, io non lo commento.