Pressing alto, tenuta atletica, compattezza estrema in fase difensiva e poi … E poi palla lunga sulla fascia sinistra tanto prima o poi qualcosa succede. Ecco la genesi di questo secco 3-0.
Incontriamo quella che qualche giorno fà avevamo definito la seconda squadra più in forma del campionato. Certo le assenze ridimensionano non poco la pericolosità dei nostri avversari. Alla Lazio infatti mancano Immobile, Zaccagni e Lazzari, ha in campo un Milinkovic-Savic parecchio sotto tono (nota: abbiamo incontrato in settimana il suo procuratore per intavolare una trattativa) e tiene Luis Alberto, probabilmente fuori dal progetto, seduto in panchina per gran parte della partita.

Nonostante i limiti dell’11 dell’ex Sarri la Juve che vediamo oggi racconta comunque un’altra storia rispetto a quelle demoralizzanti viste in passato (non ultima quella con il Verona di pochi giorni fa).
Per prima cosa sembra che tutti i nostri giocatori abbiano molta più corsa nelle gambe e insieme a quella anche la forza e la voglia di pressare gli avversari per tutta la partita, anche nella loro metà campo. Non è un caso che il primo gol arrivi da una palla recuperata a centrocampo da Rabiot e così anche il secondo grazie ad un contrasto grintoso di Arek Milik, giocatore nuovamente preziosissimo non solo sotto porta.
Poi è visibile come alcuni singoli, Rabiot su tutti, facciano oggi giocate che un mese fa non si sarebbero nemmeno sognati. Allo stesso modo il 3-5-2 fa esprimere molto meglio sia il centrocampo, forte di un Fagioli che sembra già indispensabile, che la difesa dove Bonucci (probabilmente a ragione) sembra essere stato scalzato da un Gatti forse troppo precipitoso ma anche più dinamico.

Abbiamo risolto tutti i problemi? No. I monotematici lanci lunghi dimostrano che ancora mancano soluzioni di gioco da squadra top. Si spera però che i rientri di Di Maria e Chiesa, che qualche barlume l’hanno già fatto vedere, e quello di Pogbà a gennaio ci regalino quello che manca. Intanto però chiudiamo questo 2023 in terza posizione in classifica, quasi un’impresa se pensiamo dov’eravamo a inizio ottobre.
Promossi:
Tutti in realtà. Mi soffermo su tre.
Locatelli: mister scivolata. Oggi ha recuperato una quantità di palloni assurda senza troppe chiacchiere e complimenti per gli avversari. Quando intravede anche un minimo spazio poi tira dalla distanza accrescendo la pericolosità della squadra. Sua l’apertura verso Kostic in occasione del secondo gol.
Kean: difficile essere fan di un giocatore quasi mai bello da vedere e a cui onestamente sembrano mancare basi tecniche importanti. Quando però segna 3 gol in due partite non si può non riconoscergli una caparbietà sopra la media.
Kostic: pendolino! La parola che sintetizza al meglio questo giocatore è “quantità”. Per quanto ovviamente non sia scarso tecnicamente il suo valore maggiore è la capacità di sgroppare quasi all’infinito sulla fascia (fino alla contrattura almeno) creando tra cross, passaggi bassi e anche tiri una serie innumerevole di occasioni. Prima o poi qualcuna finisce in porta.