Forse la Juve peggiore della stagione messa in campo dall’allenatore nella versione peggiore di se stesso degli ultimi 12 anni.
Con questa premessa in finale di Coppa Italia ci va l’Inter. Meritatamente. Nessun appiglio, nessuna occasione sfortunata, nessuna giustificazione. Abbiamo fatto schifo mentalmente, fisicamente e, ovviamente, tatticamente. Contro la Juve di stasera sarebbe passata anche la Cremonese.

È vero che in campo ci vanno in giocatori ma è pura follia arrivare all’appuntamento decisivo per uno dei due unici obiettivi rimasti in stagione e decidere di giocarsela con titolari:
- Bonucci che non giocava da settimane e praticamente inutile nella fase di creazione gioco che era un suo must.
- De Sciglio che in stagione è sempre e solo servito da tappabuchi (e si è visto)
- Miretti, ectoplasma senza alcun vero ruolo o capacità meritevole di plauso.
- Nessuna punta
- Chiesa e Kostic sulla sinistra dove quando hanno giocato insieme hanno solo fatto male perché uno, Chiesa, obbliga l’altro a stare più indietro e l’altro, Kostic, spinge Chiesa ad accentrarsi in un ruolo non suo.
Un cieco avrebbe visto il suicidio sportivo di Allegri senza dover aspettare il Gol di Di Marco. Il nostro mister invece non se ne è accorto fino all’intervallo ostinandosi a mantenere inalterati i suoi piani e dimostrando una superbia che ormai è poco giustificabile.
Risultato: nessuna trama offensiva, finti contropiedi che si trasformano in un uno contro tutti perché nessuno accompagna l’uomo più avanzato, un paio di tiri/passaggio al portiere, cross e punizioni sprecate che manco in allenamento…
Se domenica scorsa, contro il Napoli, avevamo detto che oltre ai demeriti di qualcuno c’erano anche i meriti degli avversari, oggi brucia il pensiero che all’Inter sia bastato il minimo sindacale per vincere, passare il turno e andarsi a giocare un trofeo sulla carta già mezzo vinto.
C’è tanta amarezza stasera, accresciuta, per chi vi scrive, dall’aver visto dal vivo smarrita totalmente quella mentalità che un tempo ci faceva dire che “Vincere è l’unica cosa che conta”.
Bocciati: tutti!

QUELLO CHE NON T’ASPETTI!!
Dopo le polemiche e i fattacci dell’andata pensi che la partita successiva possa essere del “non ritorno” piuttosto che del ritorno.
Una prova d’orgoglio di quelle che Milano avrebbe ricordato per molto tempo.
E poco importava vincere o perdere: soltanto una dimostrazione di forza, di bel gioco, di spettacolo.
Invece un bel niente di niente, nemmeno l’agonismo sportivo.
È stata talmente insulsa la prestazione che ti vengono dubbi che possa essere tutto preordinato per chissà quali fini internazionali.
Mhà.
W Allegri!!