Abbiamo perso. A lunghi tratti ci hanno fatto girare la testa per velocità di gioco e sfoggio di una tecnica che molti dei nostri sembrano solo sognarsi. Siamo ufficialmente fuori dalla Champions. Non scandalosamente, inevitabilmente piuttosto. L’abbiamo meritato o meglio: hanno meritato di passare loro perché squadra vera, bella da vedere e sopratutto dinamica da morire (l’avevamo analizzata già nel turno di andata in questo post).
Che che se ne dica ci abbiamo provato. Sul primo gol subito c’è un errore individuale di Gatti che si fa anticipare. Poco male però perché Vlahovic la mette dentro per l’1-1 lasciandoci sperare per qualche minuto. Poi il precipizio in cui veniamo spinti dal tornado del loro giro palla e dal pressing alto e coordinato che non ci lascia respirare.
Il primo a cui manca l’aria è Cuadrado che, con il fallo di mano da cui arriva il rigore del 2-1, decreta anche la fine sostanziale della sua partita. Gli altri due gol sono l’esito più naturale del divario che aumenta ma mano che i nostri perdono fiato e i portoghesi INVECE no.
Si dirà che dopo il 4-1 c’è stata una reazione e che quasi siamo arrivati a pareggiarla. Qualcuno, con il tabellino fissato sul 4-3, ha già citato la parola “rimpianti”. Niente di tutto ciò. Oggi, semplicemente, eravamo di fronte ad una squadra più forte contro cui abbiamo potuto e saputo reagire solo quando è andata in relax (tant’è che ormai stavano facendo accademia con colpi di tacco a ripetizione).
Noi adesso siamo questo: squadra in lenta ricostruzione. Abbiamo capito che non esistono terapie d’urto capaci di farci tornare ai grandi fasti nel giro di un paio di settimane. Proprio per questo è meglio finirla qui con la Champions. Meglio sperare che non sia tardi per giocarsi qualche partita di Europa League, non per vincerla, per carità, solo come terapia riabilitativa. L’anno prossimo, con un nuovo allenatore… chissà.
Bocciati
Bonucci: colpevole almeno su due dei 4 gol del Benfica. Non sa nemmeno più ispirare, dote migliore della sua versione ormai dimenticata.
Kean: inutile la sua presenza in campo salvo che per “rubare” un gol a Vlahovic.
Cuadrado: non deve più giocare oltre la mezz’ora. Può iniziare, può finire, decida Allegri ma a 34 anni non ha più il fiato per andare oltre quel minutaggio.
Promossi
Kostic: fa il suo, corre lungo la fascia e crossa. Lo schema più pericoloso che oggi abbiamo.
Milik: bella girata in occasione del 4-2. In campo troppo tardi, chissà perché.
Iling Jr: suoi i cross da cui arrivano il 2-4 e il 3-4. Per onestà va ricordato che se giochi in fascia ed entri fresco contro uno che ha fatto il campo avanti e indietro per 70 minuti viene tutto più semplice. Vedremo nelle prossime uscite.
E da quando sei diventato tanto perbenista?
La realtà è che il migliore dei nostri non valeva manco il peggiore di quell’altri compreso quel “mister” GRANDE intenditore di calcio giocato, modulato e schemato.
Non è possibile battere un fallo laterale e non sapere a chi passare il pallone, subire pressing alto e basso senza avere la minima idea di come fare altrettanto o giocare di prima e in velocità per contrastarlo.
Questi sono pagati più di altri, non sono ultra30enni o, comunque, meno giovani di 1 Joao Mario che ha giocato fino al 94º con la stessa intensità avuta dal 1º.
NON HA ATTENUANTI NESSUNO se non i subentrati 18enni che, però, si sono avvalsi dei pochi minuti di respiro degli avversari sul 4a1….altrimenti.
Non vedo futuro per questa squadretta in questo momento e non mi vengano a giustificare le figuracce con gl’assenti importanti.
Scusami s’è poco Vincé ma sono TROPPO amareggiato.