A questa Juve le cose facili non piacciono. Quando in 60 secondi tra il 31′ e il 32′ del primo tempo riusciamo a farci rimontare le due reti di vantaggio come “gli ultimi dei fessi” è grande la sensazione che la serata abbia preso una brutta piega.
Ma partiamo dal principio. In parte per gli infortuni (Chiesa, Pogbà, Alex Sandro, Di Maria), in parte per volontà (Locatelli e Cuadrado partono dalla panchina) scendiamo in campo con una formazione che qualche timore lo procura. Nonostante ciò la Samp non sembra essere arrivata a Torino con il coltello tra i denti e affidandoci al nostro solito e unico schema di gioco segniamo due reti:
Cross di Kostic -> Gol di Bremer. 1-0
Cross di Miretti -> Gol di Rabiot. 2-0
Troppo facile? Troppo alleggeriti mentalmente? Troppo lenti fisicamente? Forse tutte queste cose. Fatto sta che passiamo dal 2-0 al 2 pari senza mostrare l’equilibrio mentale che sembravamo aver acquisito durante la stagione. Male! Malissimo!
Dopo l’intervallo torniamo in campo un minimo più consapevoli di essere noi quelli forti. Niente di sconvolgente ma con un po’ di pazienza, gli avversari più stanchi e i cambi giusti, dentro Locatelli e Cuadrado al posto di Bonucci e Barrenechea, la riaddriziamo. 3-2 di Rabiot, gollazo dopo bello scambio con Fagioli e 4-2 di Soulè con un tap-in dopo bella parata del portiere su incornata di Vlahovic.
Per come si era messa è andata bene ma che difficoltà per essere una partita in casa contro l’ultima in classifica. C’è da essere concreti: ci avviciniamo all’Atalanta. Guardiamo avanti ma è chiaro che con questi assenti – oggi si è fatto male anche Bremer – il campanello d’allarme stia suonando.
Promossi:
Fagioli: non sbaglia un pallone che fosse uno degli infiniti che tocca. Corre avanti e indietro per tutta la partita, protegge la palla splendidamente anche quando è circondato da 3 avversari. Che bello vederlo giocare.
Rabiot: gran periodo per il francese, quando ci prova fa gol o ci va parecchio vicino. Oggi è il primo caso – anche se il secondo, per onestà, sembra viziato da uno stop di braccio… però “che tiro ragazzi!”.
Soulè: è l’esempio di giovane su cui puntare. Entra e in 20 minuti fa meglio dei 73 di Miretti. Vede la porta, prova l’uno contro uno, parte in velocità, ci prova almeno tre volte a segnare e infine fa gol, il suo memorabile primo in serie A.
Bocciati:
Vlahovic: sbaglia il rigore, spara un paio di palle sui difensori, perde ogni duello, non è mai davvero pericoloso fino al 94′. Crisi nera. Speriamo ne esca perché per provare a vincere qualcosa l’unica speranza è che lui torni a segnare.
Barrenecha: metterlo in campo, anche per fargli fare esperienza, non è un’idea sbagliata di per sé. Farlo quando siamo in formazione non proprio titolare e dal primo minuto è una cagata pazzesca. Dopo il 2-0 stacca la spina.
De Sciglio: ex giocatore