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Il male oscuro

il male oscuro della juve
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Leggevo non ricordo dove che Toto Wolff per avere un punto di vista il piu’ lucido e critico possibile sul momento di crisi della scuderia, si sia messo a studiare la storia degli ultimissimi anni del ManUTD per capire nel dettaglio quali siano le mosse e i percorsi che portano un top club, sempre ben amministrato e con disponibilità economica sostanzialmente invariata, a decadere progressivamente come sta accadendo ai Red Devils negli ultimi anni, attanagliati in una morsa, risucchiati in una spirale di errori, mosse sbagliate e scelte strategicamente disastrose.


Ecco, direi che, dopo la partita di ieri sera, sia necessario tutti, mettere da parte qualsiasi sentimento, moto di pancia e arcaica convinzione e fare un’analisi asettica per provare a capire la natura di questo virus da pazza inter, questo terribile male oscuro che ha colpito una franchigia che, dopo aver dominato per due lustri, negli ultimi tre anni ha dilapidato un vantaggio sulla concorrenza che sembrava davvero incolmabile.


C’è sempre un momento, in tutte le storie sportive, in cui è possibile fissare il punto di partenza o di non ritorno. Spesso, sui due piedi, l’evento è celato e solo dopo mesi o anni, mostrerà progressivamente i suoi effetti, per lo più irrimediabilmente non reversibili o, al contrario inspiegabilmente positivi.


8 Luglio 2020. Pandemia totale. Lockdown ultrastrong. Il campionato si gioca in una bolla sgonfia. Niente pubblico e 5 cambi. La Juve si presenta a S.Siro contro l’embrione del Milan poi Campione d’Italia, tuttora modesto – ma quanto vorrei Maldini al posto dei nostri. Da 2-0 a 4-2 passando attraverso un portale, letteralmente e fisicamente da un mondo all’altro. Fiondati in 18 minuti nel multiverso della caduta libera.
Fino a quel momento il percorso era stato, oltre che entusiasmante, netto e sempre in crescita. Abbiamo costruito la squadra migliore. Non basta. Prendiamo il giocatore migliore del mondo, non basta. Puntiamo sul bel giuoco. Pep ? Ci molla (perchè questo è successo). Klopp ? Non può. Prendiamo Sarri, che con pieno merito è al pari dei due. Ha scollinato anche la prova Chelsea. L’ultimo dubbio è sciolto. Certo c’è la tuta. Certo, ci sono sizza e madonne (minuscolo). Non funziona, ma la colpa è dei piani superiori, il prodotto era visto e piaciuto, non ha tradito se stesso. E poi via, Pirlo e poi via, Allegri.

Col senno di poi si sarebbe dovuta far pace con Andonio. O tenere un secondo anno o il toscano o il bresciano. It’s the same.


E adesso ? La situazione è la medesima degli altri due esoneri: tifosi esasperati al solo pensare al coach che siede in panchina. Il problema è che questa volta siamo al 15 Settembre. La storia è già maledettamente tragica. Di Maria, come CR7, ha capito in 20 giorni che questo è del Gabbione e li dovrebbe stare o tornare.
Quindi ? Serve guardarsi dentro. L’unico modo è tornare a casa, capire chi si è, chi si è sempre stati. È l’ora di un giovane Trap. Di un giovane Lippi. Si dice De Zerbi. Qualche mese. Se son rose fioriranno. Sennò a Giungo saranno Klopp, Tuchel o Zidane.


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