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Cremonese-Juve. Si riparte di corto muso

cremonese 0 - juventus 1
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Ad di là dell’avversario (la Cremonese è penultima in classifica) riprendere bene dopo 50 e passa giorni si sosta e, per molti, con un mondiale nelle gambe e nella testa, non era una cosa semplice.

E di fatto non lo è stata.
Il primo tempo va via senza nessun lampo da parte nostra. Anzi va via con la Cremonese che va vicina al gol per due volte (prima c’è un fuorigioco poi un fallo in attacco). La sensazione è che la Juve non solo sia “spuntata” con Milik non pervenuto ma che non ci sia nemmeno la classe sufficiente per creare pericoli.
Durante la prima frazione di gioco mancano troppi dei giocatori capaci di fare la differenza. Sono infortunati, tra gli altri: il sempre convalescente Di Maria (passato da un infortunio all’altro salvo la parentesi in perfetta forma della coppa del mondo), Cuadrado e Vlahovic. Poi sono in panchina Chiesa, Paredes e sopratutto Rabiot, giocatore più in forma dei nostri a quanto si è visto durante mondiale. Pogba quasi nemmeno lo citerei.

All’inizio del secondo tempo lo spartito sembra lo stesso. Poi arrivano i cambi e, nonostante i rischi presi – vedi i due pali della Cremonese e qualche contropiede di troppo – la sensazione è che qualcosa in più si possa creare. Chiesa, seppure ancora in versione “caprone” più che tigre, prova a sfondare un paio di volte. Paredes prova ad illuminare seppure sia evidente che debba scrollarsi di dosso un po’ di ruggine. Infine Rabiot va vicino al gol subito dopo il suo ingresso, porta palla meglio di quanto avevano fatto i centrocampisti partiti titolari, illumina con un paio di passaggi e, quando al novantesimo, decide di galoppare verso la porta guadagna la punizione decisiva. Il resto lo fa Milik, uno che in questa partita avrebbe meritato la sostituzione già alla fine dal primo tempo ma che, a conti fatti, è risultato fondamentale. Calcia una punizione come non se ne vedevano da tempo immemore. Gol allo scadere. 0-1. Corto muso. Tre punti.

Promossi:
Milik: al 90′ della partita contro la Lazio aveva segnato l’ultimo gol del 2022 della Juve. Al 90′ della partita contro la Cremonese ha segnato il primo del 2023. Buona fine e buon principio. Per 89 minuti non ha brillato ma aver segnato il gol decisivo su punizione dopo anni di strazianti palle sulla barriera calciate da Cristiano Ronaldo non può che collocarlo tra i migliori.
Rabiot: quando entra cambia la partita. È sicuramente il suo miglior anno nella Juve e forse proprio per questo a fine stagione andrà via. Se così fosse speriamo voglia chiudere in bellezza.
Kostic: corre fin quando ne ha e mette al centro più palloni di chiunque altro. Per gran parte della partita è lui l’unico su cui riporre le speranze.

Bocciati:
Miretti: mi spiace metterlo spesso tra i peggiori ma continua a sembrare il vorrei ma non posso che la Juve non può permettersi. Oggi fa meno male di altre volte ma per un trequartista non saper tirare in porta da fuori non è un difetto da poco. Altro marchio di fabbrica le rischiose palle perse, almeno un paio a partita, che generano ripartenze degli avversari.
McKennie: l’americano mostra quanto fosse lecita la preoccupazione per la forma dei reduci dal mondiale ma di fatto non sarebbe potuto partire anche lui dalla panchina. Gioca come se ci fosse però.
Kean: la linguaccia all’avversario che gli fa rischiare l’espulsione è da stupidi. Decidete voi quanto lo sia o meno. Intanto si mangia un gol a 30 centimetri dalla porta, come spesso gli accade.


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2 commenti su “Cremonese-Juve. Si riparte di corto muso”

  1. Giudizio sempre preciso ma altrettanto perbenista. Sinceramente dopo due mesi, ipoteticamente dedicati alla preparazione fisica e mentale, anche per le vicissitudini societarie, ho visto una bella Cremonese (penultima in classifica) e una Juventus che faticava a tessere trame di gioco (Milik poco servito). Unica novità è stato un po’ di dinamismo in più che, spesso, ha sortito più danni che benefici.
    Aggiungo alle tue pagelle: Gatti non è giocatore da Juve, così come Kìnn (come lo chiamerebbero a Molfetta) e Paredes. Vedo bene Illing, spero in Chiesa (sono osservate), molto bene Danilo, aspetto che riprenda la forma Locatelli e non credo in Pogba (non c’ho mai creduto a dire il vero).
    Cionostante siamo terzi in classifica con soli 7 gol al passivo.

    1. La mia “tolleranza” alla mancanza di trame di gioco è legata più che altro al tema delle assenze. Con tutta la fiducia del mondo che si può dare ai singoli e ai giovani una squadra come quella del primo tempo non poteva fare molto di più. Mancava classe, tecnica, fantasia, capacità.
      Per motivi diversi Gatti e Paredes secondo me vanno aspettati un po’. Se penso al primo Bonucci o ai due anni che ci ha messo Rabiot per carburare a loro due si potrebbe dare ancora un po’ di fiducia.
      Detto ciò le prossime due con Udinese e Napoli saranno il vero banco di prova sullo stato attuale. Speriamo di rivedere Di Maria.

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